Prova della Jazz Hybrid su Ecomotori
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Prova della Jazz Hybrid su Ecomotori
Ecco la prova integrale della Jazz Hybrid fatta da Ecomotori:
Secondo molti analisti il futuro dell’auto sarà elettrico e ibrido. Ipotesi plausibile considerata l’esigenza di ridurre le emissioni di gas serra e il prezzo del petrolio in costante ascesa. E confermata dalla decisione della Commissione europea di vietare la circolazione di veicoli tradizionali nelle città entro il 2050 e dal sempre più frequente debutto sul mercato di modelli con queste tecnologie. Delle quali Honda è stata tra i primi sostenitori. Presentando al Salone di Detroit del 1999 la Insight, insolita coupé dalla linea aerodinamica (Cx di 0,25), dal peso contenuto (850 kg) e con l’inedito sistema ibrido leggero IMA (Integrated Motor Assist) che le consentiva di percorrere 29,4 km/l e di rilasciare appena 80 grammi/km di CO2. Una tecnologia affinata negli anni e applicata a modelli successivi come la Jazz Hybrid, prima vettura ibrida del segmento B che abbiamo provato nella versione Elegance.
Piccola fuori, grande dentro
Se la prima Insight era un “giocatolo” affascinante, ma scomodo e poco pratico nelle guida quotidiana, l’erede ne è in qualche modo l’antitesi. Diversa dalle sorelle termiche per alcuni particolari che ne migliorano l’aerodinamica, come il disegno di prese d’aria e paraurti anteriore, la Hybrid conserva gli ingombri da utilitaria (è lunga 3,9 metri, larga 1,7 e alta 1,53) ideali per muoversi in città, dove il sistema misto benzina-batteria è più efficace, e la carrozzeria monovolume. Soluzione, quest’ultima, che consente di ottimizzare gli spazi interni con un piccola rinuncia rispetto alle versioni a benzina: gli accumulatori situati sotto il piano di carico “rubano” 96 litri al bagagliaio facendo scendere la capacità di carico minima a 303 litri.
L’abitacolo è configurabile a piacere
All’interno a stupire sono i molti centimetri a disposizione degli occupanti e, soprattutto, la versatilità dell’abitacolo. Il merito è dei tre sedili posteriori scorrevoli, con schienale ribaltabile e seduta ripiegabile di 90 gradi in verticale per lasciare posto ad oggetti ingombranti, quale una bicicletta. Che possono diventare tre se si rimuovono le poltrone per creare un piano di carico uniforme di 1.320 litri. E per chi ha maggiori esigenze di spazio si può pure reclinare lo schienale del sedile passeggero anteriore per aumentare la lunghezza disponibile da 1,7 a 2,4 metri. Ad agevolare le operazioni di carico e scarico sono il grande portellone e le porte posteriori apribili di 80 gradi.
L’anima ibrida è nel cruscotto
La posizione di guida ideale si trova con facilità regolando sedile e volante in altezza e profondità. Rispetto alle utilitarie tradizionali, la seduta è più verticale e alta. Un fattore, quest’ultimo che, insieme alle ampie superfici vetrate, offre buona visibilità in tutte le direzioni. Ottima la disposizione dei comandi, concentrati al centro della plancia e azionabili tramite i pulsanti sul volante. Di facile lettura la strumentazione racchiusa in tre elementi circolari. Che rivelano l’anima ibrida della Jazz con la presenza dell’indicatore del consumo istantaneo di energia, che segnala pure il recupero di corrente ottenuto in fase di decelerazione o frenata.
A lezione di ecoguida
Altri indizi “ibridi” sono alcuni quadranti del computer di bordo al centro del tachimetro. Come gli “alberi” che segnalano il presunto risparmio di CO2 emessa o lo schema che visualizza in grafica l’apporto fornito dai due motori: il 4 cilindri 1.3 i-Vtec da 88 CV e 121 Nm di coppia massima e il piccolo motore elettrico da 10,5 kW (14 CV) e 78 Nm. Uno strumento, quest’ultimo, che se osservato con attenzione, vi “insegna” a sfruttare appieno il propulsore elettrico. Suggerendo accelerate decise, ma non esagerate, per raggiungere rapidamente la velocità di crociera e leggere pressioni sull’acceleratore per mantenere l’andatura, pur se per brevi tratti, con il solo ausilio del motore a magneti permanenti.
Persuasione ed elettronica a favore dei consumi
A indurvi a tenere una guida attenta ai consumi è pure l’Ecological Drive Assist System (Eco Assist). Un dispositivo azionabile premendo il tasto “Econ” che modifica il colore della retroilluminazione del cruscotto a seconda della vostra abilità: verde se rispettate le regole dell’ecoguida, blu se mantenete una condotta normale e viola se state esagerando con l’acceleratore. A farvi allungare le percorrenze è pure l’elettronica che modifica i parametri dell’IMA incrementando il recupero di energia in frenata, riducendo l’erogazione di potenza e coppia, attivando il sistema Start/Stop e rendendo più progressiva l’azione del cambio a variazione continua CVT. A contribuire alla maggiore efficienza è il climatizzatore, che ha minore portata e si spegne ad auto ferma.
Si possono sfiorare i 25 km/l
Gli effetti pratici dell’Eco Assist sono un lieve calo dello spunto in ripresa e accelerazione e buoni dati sui consumi. Omologata per “bere” 4,5 l/100 km di benzina nel ciclo misto, con una guida accorta siamo riusciti a ottenere un lusinghiero 4,8 l/100 km. Con una punta massima di 6,0 litri nei tratti autostradali percorsi a 130 km/h e una minima di 4,1 l/100 km (contro i 4,4 dichiarati) su strade extraurbane, equivalenti a 24,4 km/l. In termini economici, la spesa media (con benzina a 1,7 euro/litro) è stata di 8,2 centesimi di euro al chilometro, un importo inferiore del 13% (9,4 centesimi/km) a quello ottenuto partendo dal dato di omologazione (5,5 l/100 km) della Jazz 1.4 i-Vtec “normale” da 100 CV e del 17% rispetto alla Punto 1.4 da 77 CV. Per fare meglio, si deve optare per un’efficiente utilitaria diesel o per i modelli a Gpl o metano.
CO2: di poco oltre la soglia dei 100 g/km
Consumi ridotti significa emissioni contenute. Il dato ufficiale del rilascio di CO2 della Hybrid è di 104 grammi/km, 24 in meno della “sorella” a benzina citata. A ridurre l’impatto su clima e ambiente sono pure l’omologazione Euro 5 sulle emissioni di inquinanti e l’impianto di Suzuka dove è prodotta la Jazz. Che funziona in parte con l’energia prodotta da fonti rinnovabili (fotovoltaico) e prevede diverse soluzioni di efficienza energetica e di recupero delle materie prime utilizzate, incluso il riciclo delle batterie della Hybrid. A ridurre l’impatto industriale è anche la presenza attorno allo stabilimento di 100.000 alberi che assorbono circa 800 tonnellate di CO2/anno.
Tre modalità per guidarla
La modalità “Econ” è quella consigliata per la guida quotidiana poiché assicura prestazioni adeguate e consumi contenuti. Chi desidera più brillantezza può scegliere l’opzione “normale”, che fornisce uno spunto migliore alle basse velocità, o selezionare la “S” del cambio. Sigla che identifica la modalità sportiva e che consente di sfruttare appieno i 92 CV complessivi forniti dai due motori della Hybrid. Un binomio che consente di scattare da 0 a 100 km/h in 10,4” e di raggiungere la velocità massima autolimitata a 180 km/h. Chi vuole divertirsi può sfruttare anche l’opzione “sequenziale” del cambio che consente di selezionare i 6 rapporti preimpostati con le “palette” dietro il volante.
Attiva o passiva: la sicurezza è ok
La dinamica della Hybrid non cambia molto rispetto alla versione termica. Il merito è delle modifiche apportate a sospensioni, molle e ammortizzatori posteriori per compensare il maggiore peso (70 kg) apportato dagli accumulatori. Il risultato è un elevato comfort conferito dall’efficace assorbimento delle asperità stradali e un assetto neutro che aiuta a tenere le corrette traiettorie. A contribuire alla sicurezza attiva sono pure diversi dispositivi elettronici, tra i quali il controllo della stabilità VSA (Vehicle Stability Assist). Elevata la dotazione di sicurezza passiva che comprende, tra l’altro, gli airbag anteriori, laterali e per la testa, e che hanno contribuito ad ottenere 5 stelle nei crash test EuroNcap.
Tecnologia e dotazione si pagano care
Il limite della Jazz Hybrid è costituito dal listino: 18.700 euro per la Comfort, 20.150 per la Elegance. Valori rispettivamente superiori di 650 e 750 euro nei confronti delle varianti benzina con il 1.4 da 100 CV che collocano il modello giapponese al vertice dell’offerta del mercato delle utilitaria, ma non troppo lontano da rivali “monovolume”, come Citroën C3 Picasso (la 1.4 Executive da 95 CV costa 18.750 euro) e Lancia Musa (la 1.4 DFN da 95 CV Platinum costa 20.670 euro). A giustificare in parte i prezzi elevati sono, oltre al contenuto tecnologico, le dotazioni di serie complete, in particolare per l’Elegance dove, tra l’altro, sono presenti climatizzatore automatico, impianto hi-fi, regolatore di velocità, volante in pelle, tetto panoramico in vetro, cristalli posteriori oscurati, cerchi in lega, fendinebbia e antifurto.
a cura di Stefano Panzeri
Pregi
Consumi contenuti
Abitacolo versatile
Buona dotazione di serie
Difetti
Prezzo elevato
Gamma ridotta
Estetica poco apprezzata
FONTE E LINK:
http://www.ecomotori.net/test-drive/3208-test-drive-honda-jazz-hybrid-elegance.html
Secondo molti analisti il futuro dell’auto sarà elettrico e ibrido. Ipotesi plausibile considerata l’esigenza di ridurre le emissioni di gas serra e il prezzo del petrolio in costante ascesa. E confermata dalla decisione della Commissione europea di vietare la circolazione di veicoli tradizionali nelle città entro il 2050 e dal sempre più frequente debutto sul mercato di modelli con queste tecnologie. Delle quali Honda è stata tra i primi sostenitori. Presentando al Salone di Detroit del 1999 la Insight, insolita coupé dalla linea aerodinamica (Cx di 0,25), dal peso contenuto (850 kg) e con l’inedito sistema ibrido leggero IMA (Integrated Motor Assist) che le consentiva di percorrere 29,4 km/l e di rilasciare appena 80 grammi/km di CO2. Una tecnologia affinata negli anni e applicata a modelli successivi come la Jazz Hybrid, prima vettura ibrida del segmento B che abbiamo provato nella versione Elegance.
Piccola fuori, grande dentro
Se la prima Insight era un “giocatolo” affascinante, ma scomodo e poco pratico nelle guida quotidiana, l’erede ne è in qualche modo l’antitesi. Diversa dalle sorelle termiche per alcuni particolari che ne migliorano l’aerodinamica, come il disegno di prese d’aria e paraurti anteriore, la Hybrid conserva gli ingombri da utilitaria (è lunga 3,9 metri, larga 1,7 e alta 1,53) ideali per muoversi in città, dove il sistema misto benzina-batteria è più efficace, e la carrozzeria monovolume. Soluzione, quest’ultima, che consente di ottimizzare gli spazi interni con un piccola rinuncia rispetto alle versioni a benzina: gli accumulatori situati sotto il piano di carico “rubano” 96 litri al bagagliaio facendo scendere la capacità di carico minima a 303 litri.
L’abitacolo è configurabile a piacere
All’interno a stupire sono i molti centimetri a disposizione degli occupanti e, soprattutto, la versatilità dell’abitacolo. Il merito è dei tre sedili posteriori scorrevoli, con schienale ribaltabile e seduta ripiegabile di 90 gradi in verticale per lasciare posto ad oggetti ingombranti, quale una bicicletta. Che possono diventare tre se si rimuovono le poltrone per creare un piano di carico uniforme di 1.320 litri. E per chi ha maggiori esigenze di spazio si può pure reclinare lo schienale del sedile passeggero anteriore per aumentare la lunghezza disponibile da 1,7 a 2,4 metri. Ad agevolare le operazioni di carico e scarico sono il grande portellone e le porte posteriori apribili di 80 gradi.
L’anima ibrida è nel cruscotto
La posizione di guida ideale si trova con facilità regolando sedile e volante in altezza e profondità. Rispetto alle utilitarie tradizionali, la seduta è più verticale e alta. Un fattore, quest’ultimo che, insieme alle ampie superfici vetrate, offre buona visibilità in tutte le direzioni. Ottima la disposizione dei comandi, concentrati al centro della plancia e azionabili tramite i pulsanti sul volante. Di facile lettura la strumentazione racchiusa in tre elementi circolari. Che rivelano l’anima ibrida della Jazz con la presenza dell’indicatore del consumo istantaneo di energia, che segnala pure il recupero di corrente ottenuto in fase di decelerazione o frenata.
A lezione di ecoguida
Altri indizi “ibridi” sono alcuni quadranti del computer di bordo al centro del tachimetro. Come gli “alberi” che segnalano il presunto risparmio di CO2 emessa o lo schema che visualizza in grafica l’apporto fornito dai due motori: il 4 cilindri 1.3 i-Vtec da 88 CV e 121 Nm di coppia massima e il piccolo motore elettrico da 10,5 kW (14 CV) e 78 Nm. Uno strumento, quest’ultimo, che se osservato con attenzione, vi “insegna” a sfruttare appieno il propulsore elettrico. Suggerendo accelerate decise, ma non esagerate, per raggiungere rapidamente la velocità di crociera e leggere pressioni sull’acceleratore per mantenere l’andatura, pur se per brevi tratti, con il solo ausilio del motore a magneti permanenti.
Persuasione ed elettronica a favore dei consumi
A indurvi a tenere una guida attenta ai consumi è pure l’Ecological Drive Assist System (Eco Assist). Un dispositivo azionabile premendo il tasto “Econ” che modifica il colore della retroilluminazione del cruscotto a seconda della vostra abilità: verde se rispettate le regole dell’ecoguida, blu se mantenete una condotta normale e viola se state esagerando con l’acceleratore. A farvi allungare le percorrenze è pure l’elettronica che modifica i parametri dell’IMA incrementando il recupero di energia in frenata, riducendo l’erogazione di potenza e coppia, attivando il sistema Start/Stop e rendendo più progressiva l’azione del cambio a variazione continua CVT. A contribuire alla maggiore efficienza è il climatizzatore, che ha minore portata e si spegne ad auto ferma.
Si possono sfiorare i 25 km/l
Gli effetti pratici dell’Eco Assist sono un lieve calo dello spunto in ripresa e accelerazione e buoni dati sui consumi. Omologata per “bere” 4,5 l/100 km di benzina nel ciclo misto, con una guida accorta siamo riusciti a ottenere un lusinghiero 4,8 l/100 km. Con una punta massima di 6,0 litri nei tratti autostradali percorsi a 130 km/h e una minima di 4,1 l/100 km (contro i 4,4 dichiarati) su strade extraurbane, equivalenti a 24,4 km/l. In termini economici, la spesa media (con benzina a 1,7 euro/litro) è stata di 8,2 centesimi di euro al chilometro, un importo inferiore del 13% (9,4 centesimi/km) a quello ottenuto partendo dal dato di omologazione (5,5 l/100 km) della Jazz 1.4 i-Vtec “normale” da 100 CV e del 17% rispetto alla Punto 1.4 da 77 CV. Per fare meglio, si deve optare per un’efficiente utilitaria diesel o per i modelli a Gpl o metano.
CO2: di poco oltre la soglia dei 100 g/km
Consumi ridotti significa emissioni contenute. Il dato ufficiale del rilascio di CO2 della Hybrid è di 104 grammi/km, 24 in meno della “sorella” a benzina citata. A ridurre l’impatto su clima e ambiente sono pure l’omologazione Euro 5 sulle emissioni di inquinanti e l’impianto di Suzuka dove è prodotta la Jazz. Che funziona in parte con l’energia prodotta da fonti rinnovabili (fotovoltaico) e prevede diverse soluzioni di efficienza energetica e di recupero delle materie prime utilizzate, incluso il riciclo delle batterie della Hybrid. A ridurre l’impatto industriale è anche la presenza attorno allo stabilimento di 100.000 alberi che assorbono circa 800 tonnellate di CO2/anno.
Tre modalità per guidarla
La modalità “Econ” è quella consigliata per la guida quotidiana poiché assicura prestazioni adeguate e consumi contenuti. Chi desidera più brillantezza può scegliere l’opzione “normale”, che fornisce uno spunto migliore alle basse velocità, o selezionare la “S” del cambio. Sigla che identifica la modalità sportiva e che consente di sfruttare appieno i 92 CV complessivi forniti dai due motori della Hybrid. Un binomio che consente di scattare da 0 a 100 km/h in 10,4” e di raggiungere la velocità massima autolimitata a 180 km/h. Chi vuole divertirsi può sfruttare anche l’opzione “sequenziale” del cambio che consente di selezionare i 6 rapporti preimpostati con le “palette” dietro il volante.
Attiva o passiva: la sicurezza è ok
La dinamica della Hybrid non cambia molto rispetto alla versione termica. Il merito è delle modifiche apportate a sospensioni, molle e ammortizzatori posteriori per compensare il maggiore peso (70 kg) apportato dagli accumulatori. Il risultato è un elevato comfort conferito dall’efficace assorbimento delle asperità stradali e un assetto neutro che aiuta a tenere le corrette traiettorie. A contribuire alla sicurezza attiva sono pure diversi dispositivi elettronici, tra i quali il controllo della stabilità VSA (Vehicle Stability Assist). Elevata la dotazione di sicurezza passiva che comprende, tra l’altro, gli airbag anteriori, laterali e per la testa, e che hanno contribuito ad ottenere 5 stelle nei crash test EuroNcap.
Tecnologia e dotazione si pagano care
Il limite della Jazz Hybrid è costituito dal listino: 18.700 euro per la Comfort, 20.150 per la Elegance. Valori rispettivamente superiori di 650 e 750 euro nei confronti delle varianti benzina con il 1.4 da 100 CV che collocano il modello giapponese al vertice dell’offerta del mercato delle utilitaria, ma non troppo lontano da rivali “monovolume”, come Citroën C3 Picasso (la 1.4 Executive da 95 CV costa 18.750 euro) e Lancia Musa (la 1.4 DFN da 95 CV Platinum costa 20.670 euro). A giustificare in parte i prezzi elevati sono, oltre al contenuto tecnologico, le dotazioni di serie complete, in particolare per l’Elegance dove, tra l’altro, sono presenti climatizzatore automatico, impianto hi-fi, regolatore di velocità, volante in pelle, tetto panoramico in vetro, cristalli posteriori oscurati, cerchi in lega, fendinebbia e antifurto.
a cura di Stefano Panzeri
Pregi
Consumi contenuti
Abitacolo versatile
Buona dotazione di serie
Difetti
Prezzo elevato
Gamma ridotta
Estetica poco apprezzata
FONTE E LINK:
http://www.ecomotori.net/test-drive/3208-test-drive-honda-jazz-hybrid-elegance.html
Re: Prova della Jazz Hybrid su Ecomotori
Estetica poco apprezzata un ciufolo, è la prima cosa che notano le persone a cui la mia Jazz piace.... e non sono poche.
Interessante questo passaggio, non lo sapevo:
"E confermata dalla decisione della Commissione europea di vietare la circolazione di veicoli tradizionali nelle città entro il 2050 "
Ma tanto quando avrò 81 anni forse sarò andato in pensione, magari l'auto mi servirà meno....
Interessante questo passaggio, non lo sapevo:
"E confermata dalla decisione della Commissione europea di vietare la circolazione di veicoli tradizionali nelle città entro il 2050 "
Ma tanto quando avrò 81 anni forse sarò andato in pensione, magari l'auto mi servirà meno....
Neon68- Moderatore
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Re: Prova della Jazz Hybrid su Ecomotori
sai quante cose cambieranno da qui fino al 2050...
Frank80- Moderatore
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Età : 44
Re: Prova della Jazz Hybrid su Ecomotori
Ma le provano davvero le auto prima di scrivere gli articoli?
Tre (!) sedili posteriori scorrevoli che si possono addirittura rimuovere, ma parlano della Jazz o della mia 308SW???
Tre (!) sedili posteriori scorrevoli che si possono addirittura rimuovere, ma parlano della Jazz o della mia 308SW???
fabriziopio- Neo Patentato
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Data d'iscrizione : 10.12.11
Età : 53
Località : Catanzaro
Re: Prova della Jazz Hybrid su Ecomotori
Neon68 ha scritto:
Ma tanto quando avrò 81 anni forse sarò andato in pensione.....
Hahahahahahahahahahahahahahahahahahahah
opelmanta- Neo Patentato
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Data d'iscrizione : 28.08.11
Età : 56
Località : Roma
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